Grazie a gli amici di Panini Comics abbiamo avuto modo di leggere il numero uno, della nuova serie dedicata a Deadpool. Scritta da Alyssa Wong e con i disegni di Martin Coccolo. Ci avrà convinto ? Scopriamolo insieme in questa recensione senza spoiler.
Il Team creativo
Americana di origini asiatiche, Alyssa Wong è un affermata scrittrice di fumetti e narrativa. A dispetto della giovane età ha già vinto un Nebula Award, il World Fantasy Award e un Locus Award. Ha scritto per moltissime serie e case editrici differenti. Per Star Wars la serie di Doctor Aphra raccolta in brossurati da Panini. Per Marvel Shang-Chi, Iron Fist, Alligator Loki, Extreme Carnage. Mentre per DC ha scritto Batwoman, Wonder Woman e Adventure Tim. Ai disegni l’uruguaiano Martin Coccolo, jun disegnatore abbastanza prolifico. Per Dc ha infatti disegnato alcune storie di Lanterna Verde e Sinestro, pubblicate dalla Lion. Mentre per IDW ha disegnato alcune storia di Dungeons and Dragons e Star Trek. Per Marvel oltre ad una manciata di numeri di X Force, ha disegnato la miniserie di Donny Cates, che vedeva lo scontro tra Hulk e Thor, Banner of War (In Italia tradotto come Vessilli di guerra).
Il Formato
Ci troviamo di fronte al classico spillato da 40 pagine, a colori, 17x 26 a 5 euro. Sarà un bimestrale, con due capitoli originali all’interno. Il più prestigioso dei formati? Assolutamente no. Il più economico? Visto il rapporto prezzo pagine nemmeno. Ma se volete la vostra dose cadenzata di Deadpool, sono 2,50 euro al mese in media. Ovviamente leggere la storia in volume da maggiore soddisfazione. Ma è pur vero che i volumi italiani, di norma escono 18 mesi dopo la prima uscita in spillato. Questo è ciò che in economia viene definito costo oppurtunità. Ognuna delle due scelte alternative, porta sia vantaggi che svantaggi. Sta voi decidere se è meglio leggere la storia subito, rimanendo più vicini alla continuity o attendere i volumi, rischiando però degli spoilers. Molto dipende da quanto siete fan del personaggio e quindi dall’utilità marginale che attribuite alla lettura in spillato.
Non è facile scrivere Deadpool
Allora è sempre difficile giudicare una serie dal numero uno. Ma avendo letto quasi ogni cosa mai uscita sul personaggio posso esprimermi con una certa sicurezza. L’ultimo ciclo davvero grandioso, in grado di ridefinire la mitologia del personaggio era stato quello di Duggan. Poi con Skottie Young e peggio ancora con Kelley Thompson, non sono riusciti a trovare la giusta quadra con il personaggio. Questo perché scrivere Deadpool è difficile. Trattasi infatti di un personaggio complesso, che richiede ottime capacità di scrittura, necessarie per bilanciarne le varie componenti. Ma forse, con questa serie siamo tornati sul binario giusto…
Com’è questo Deadpool numero 1?
Perché questo primo numero ci ha convinto? Allora detto che anche negli Usa sta avendo successo, mi verrebbe da rispondere che finalmente si torna alle origini! Non si cerca di snaturare il personaggio, ma se ne sfruttano le caratteristiche per cucirgli attorno una storia ben scritta. Deadpool è un mercenario? Nella serie fa il mercenario, con un obiettivo molto ambizioso da uccidere e il solito improbabile piano per raggiungere il suo scopo. Deadpool è logorroico? Bene, allora il nostro mercenario chiacchierone farà un sacco di battute e citazioni alla cultura pop. Nulla di innovativo, ma tutto coerente con il personaggio. Da ciò ne deriva una storia divertente, veloce, ma che soprattuto ben bilancia comicità e azione. Certo siamo solo al primo numero ma questo inizio, visto il recente passato, è una boccata d’aria fresca. Ci sarà tempo per delineare sottotrame più complesse e analizzare il lato più drammatico del personaggio, ma come inizio direi che ci siamo.
La razziatrice
Interessante la figura della razziatrice e il suo piano, che si ricollega a gli eventi di King in Black e quindi alla questione simbionti. La sua figura mi ha ricordato molto Mister Sinister, vista la sua passione per gli esperimenti genetici. Vedremo dove la porteranno. Lo scontro con il nostro Deadpool sembra inevitabile, ma ho molto apprezzato l’ambiguità del loro rapporto. Davvero esilarante in particolare l’approccio che usa Wade per conquistarla, con battute d’abbordaggio improponibili e scene al limite del Bdsm.
I disegni
Allora partiamo dal fatto che a me Martin Coccolo piace molto. Ma innegabile la sua bravura nel descrivere le scene d’azione e nel disegnare il nostro Wade. Sicuramente da il suo meglio nelle tavole a tutta pagina, ma anche in quelle più piccole il suo stile non perde colpi. Gli sfondi sono sempre dettagliati e mai soffocanti. Lo splatter è ben gestito e le anatomie ben realizzate. Abbiamo molto apprezzato anche le chine di Menon, che danno un effetto sbiadito, molto vintage.
Deadpool 1 conclusioni
Una serie promettente. Adatta ai fan storici ma anche ai nuovi lettori. Una lettura dunque che mi sento di consigliare anche a chi avesse conosciuto Deadpool al cinema. Se poi ve ne innamorerete, come fece il sottoscritto ormai dieci anni fa, vola il tempo é? Allora ci sono trent’anni di storia da recuperare, appartire dallo storico New Mutants 98 del 1993, numero d’esordio del nostro Wade Wilson. Grazie per essere arrivati fino in fondo e alla prossima recensione!