Marmalade Boy Little è un manga scritto e disegnato dalla mangaka Wataru Yoshizumi. Come si deduce dal titolo, la serie è ambientata nell’universo di Marmalade Boy, opera di grande successo della medesima autrice. Dopo poco meno di vent’anni dall’uscita della serie madre, la sensei Yoshizumi decide di narrare un’altra storia di tenerezza e dolcezza sull’amore adolescenziale, attraverso un universo di individui tanto caro ai propri lettori.
Marmalade Boy Little, sulla scia della serie principale, arriva in Italia, in una riedizione deluxe tutta nuova, grazia alla casa editrice Panini Planet Manga.
La trama.
Rikka Matsura è una giovane ragazzina che frequenta la scuola media associata all’università Toryo. I suoi fratelli maggiori, Miki e Yu, abitano in una casa da soli, mentre lei vive in una famiglia di sei persone, composta dal coetaneo Saku, dai due padri e dalle due madri. Rikka è convinta che la sua sia una famiglia normale, non conoscendo bene come di base “una famiglia” viene generalmente definita. In realtà, la sua ha una struttura piuttosto complessa.
La storia prende piede mostrandoci una piccola Rikka, ancora bambina, a cui viene rivelata la realtà dei fatti. Quello che credeva essere suo fratello, Saku, in realtà, non lo era affatto. Quelli che credeva i suoi genitori, ben quattro, non potevano essere classificati come tali da un punto di vista biologico. Non tutti e quattro perlomeno.
Dopo un’attenta analisi delle dinamiche familiari nascoste dietro una famiglia allargata, comincia l’avventura della nostra Rikka in una quotidianità ricca di emozioni e trame adolescenziali. Saku sarà un tassello fondamentale di queste, ma non solo. La vita che aspetta Rikka è piena di sorprese e non tarderanno a presentarsi anche in questo primo volume.
Come possiamo definire la famiglia?
“Quindi… tu non fai parte della mia famiglia e neanche papà Jin e mamma Chiyako…”
“E invece siamo una famiglia, eccome! Non importa se fra noi non ci sono legami di sangue. La nostra famiglia va bene così com’è.”
“E’ vero. La nostra situazione è un po’ confusa… ma andiamo tutti d’accordo e ci vogliamo un gran bene. E’ questo ciò che conta.”
Conversazione tra Rikka e Saku
Sono tanti i fattori che influenzano un individuo sin dalla propria nascita. Tra questi vi è la famiglia, che è il primo gruppo sociale per eccellenza. Le relazioni principali sono infatti quelle familiari. In queste troviamo le radici di chi siamo e di chi vogliamo diventare. Impariamo a distinguere il mondo che ci circonda, il bene dal male. Si tratta di un luogo in cui si ha modo di sperimentare e di crescere. Tuttavia, nonostante la drammaticità di questa realtà, la famiglia non è sempre un posto ideale. E’ un luogo in cui possiamo ricevere il meglio rispetto al nostro sviluppo, ma anche il luogo delle ferite più gravi e più dolorose, soprattutto in casi di famiglie disfunzionali. È una realtà radicale che può darci, dunque, tante gioie quante sofferenze, o molto più spesso entrambe. E’ proprio questo ciò attorno a cui ruota l’opera: il costrutto di famiglia. Ma quando parliamo di famiglia a cosa ci riferiamo? E’ davvero possibile un’unica definizione?
In psicologia sono state tante le definizioni date, sia in passato che nel più recente presente, e le diverse visioni teoriche che si occupano di analizzarla non cessano di nascere. Tuttavia, basandomi su anni di studio in Psicologia e su ciò che ho letto, così come per esperienza, credo che il costrutto di famiglia sia facilmente riassumibile in un’unica parola: amore.
Famiglia è dove c’è amore.
Famiglia è dove c’è amore, indipendentemente da quante persone, questa, sia formata o da come sia strutturata. Può essere famiglia un nucleo composto da due soli individui, molto spesso partner. O ancora, può essere famiglia un nucleo composto da un padre, una madre e un bambino o più bambini. Da due madri o due padri. Dai nonni con i propri nipoti e così probabilmente all’infinito. Tutti quei sistemi in cui si può scorgere la più pura forma d’amore, disinteressata e autentica, si possono definire in tal modo. Da questo deriva che…
…il costrutto di famiglia è variegato e complesso ma vi è un qualcosa che le accomuna tutte, ossia l’amore. Proprio sulla scia di ciò, non tutte le famiglie sono uguali. Ogni famiglia ha le proprie particolarità. Ognuna può presentare le proprie problematicità ed ognuna rimane, proprio in virtù della sua unicità, rispettabile così com’è.
“Più che un sequel, per me è come un extra!”
“Più che un sequel, per me è un extra!”
In questo modo, la sensei Yoshizumi, si esprime sulle serie di Marmalade Boy Little. Ma a cosa si riferisce precisamente?
Tutti noi, spesso, quando abbiamo amato tanto una serie, soprattutto se legata in qualche modo alla nostra infanzia, facciamo fatica a lasciarla andare. Spesso la fine di un percorso, intrapreso insieme ai personaggi di un’opera, è doloroso. Qualcosa ci viene sottratto. Si tratta della fine di un qualcosa di bello che vorremmo non finisse mai. E, ancor più spesso, è il dolore della separazione da questi che ci fa stare male. A volte, a distanza di tempo, ci domandiamo che fine avranno fatto. Ci chiediamo se la loro vita stia procedendo come avevano prestabilito. Ecco, Marmalade Boy Little nasce con questo obiettivo. Citando l’autrice:
“Più che un sequel, per me è un extra. Spero con tutto il cuore che, leggendo questo manga e vedendo qual è il futuro dei protagonisti dell’opera originaria, proverete nostalgia, e sarete sollevati nel constatare che stanno tutti bene. Spero anche che vorrete seguire la crescita di Rikka e Saku con affetto, come se fossero i figli di vostri parenti. Ma soprattutto spero che vi divertiate a leggere questo manga!”
Conclusioni
Marmalade Boy Little si presenta come un manga dalla piacevole lettura dai toni delicati e teneri sin dalle prime pagine. Il disegno risulta fortemente sviluppato e modificato rispetto alla serie principale. Sono chiari gli effetti del tempo e delle nuove tecniche di disegno, oltre che di un adattamento ad uno stile più moderno. Viene, infatti, abbandonato il tratto stile anni ’90 che contraddistingueva l’opera stessa. Nonostante ciò, rimane particolarmente caratteristico e apprezzabile: i sentimenti sono sempre messi molto in risalto attraverso un’ottima rappresentazione espressiva. I personaggi risultano stratificati e le dinamiche familiari fanno risultare il tutto ancor più enigmatico e esaltante.
In conclusione, mi sento di affermare che si tratta di una piacevolissima storia extra la cui partenza non può che essere approvata. Tuttavia, presentando forti connessioni con l’opera originale, è consigliato il recupero di questa (Marmalade Boy: clicca qui per la recensione) prima di poter intraprenderne la lettura. Vi sono, infatti, scene che si focalizzano esclusivamente sulla relazione tra personaggi di Marmalade Boy. Se però si è amata quest’ultima, è inevitabile che ci si innamori anche di quest’altra piccola ma grande creazione.
Grazie per aver letto fin qui. Alla prossima recensione!