Grazie a gli amici di Panini Comics abbiamo avuto modo di leggere Yawara di Naoki Urasawa. Una serie manga pubblicata per la prima volta su Big Comic Spirits dal 1986 al 1993. I capitoli sono stati poi raccolti originariamente in 29 tankōbon dalla casa editrici giapponese Shōgakukan. Da allora sono stati realizzati un live action con protagonista Yui Asaka diretto da Kazuo Yoshida è stato rilasciato nel 1989 da Toho. Nello stesso anno, Kitty Films e Madhouse iniziarono un adattamento anime del manga, con ogni episodio chiuso da un countdown alle Olimpiadi si Tokyo del ’92.
Ecco dunque le nostre impressioni sul primo volume del manga!
L’edizione Italiana
Ci troviamo di fronte ad una riedizione in formato deluxe, dopo la prima versione italiana nel classico formato tankōbon. L’Ultimate Deluxe Edition è la stessa di Monster e 20 Century Boys, formato 15X21 in bianco e nero con alcune pagine colorate con tinte pastello.
Una breve sinossi
Yawara, judoka eccezionale, vorrebbe tanto godersi gli ultimi anni di liceo. Suo nonno Jigoro, però, vuole farle vincere la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992. Chi riuscirà a spuntarla? Una definitiva edizione deluxe che raccoglie in venti volumi l’intera saga, con tavole a colori e vignette ridisegnate.
Le nostre impressioni
Lo stile del maestro in Yawara è già riconoscibilissimo, non a caso ci troviamo di fronte all’opera che lo ha reso celebre tra il grande pubblico e che ne ha lanciato la carriera.
Ci troviamo di fronte al tipico slice of life, con la nostra protagonista divisa tra le pressioni che le pone la sua famiglia e il suo desiderio di libero arbitrio. Infatti Yawara, naturalmente talentuosa nel judo sin da piccola, vorrebbe condurre una vita da ragazza “normale” ma uno scopo più alto la attende. Insomma il manga si caratterizza per un’interessante riflessione sulla sempre verde dicotomia tra ciò che il mondo vorrebbe da noi e ciò che noi vogliamo invece fare delle nostre vite.
Il primo volume si dipana fino al quasi esordio di Yawara nella grande scena del Judo. Scopriamo la sua prima acerrima nemica, i primi amori e l’ingenuità di una ragazza all’inizio di un viaggio che la condurrà verso l’età adulta e chissà forse verso un grande riconoscimento nazionale e internazionale.
Yawara indipendentemente dalle sue grandi capacità, è una ragazza in cui è facile immedesimarsi scoprendo o riscoprendo il nostro io adolescente, che probabilmente ha vissuto o vive esperienze simili alle sue. Chi non ha vissuto in fondo una fase di ribellione giovanile in cui le aspettative dei genitori finivano con il non coincidere con le nostre?
Incarnare lo spirito del tempo
Nel manga si percepisce senza dubbio lo spirito del tempo, di un Giappone arrembante che vedeva nelle nuove generazioni il trampolino per il grande rilancio, economico, politico e di immagine del Giappone. Siamo negli anni della grande crescita e del successo di aziende giapponesi come Toshiba, Sony ecc. Le Olimpiadi del ’92 rappresentarono infatti un po’ il punto d’arrivo di questa grande euforia e crescita.
Un manga che si fa leggere
Sicuramente ci troviamo di fronte ad una serie che si lascia leggere. Il tratto è ancora fresco e a dir il vero non sembra invecchiato di un giorno nonostante abbia quasi quart’anni. Ciò ovviamente è possibile anche grande alla curatissima edizione Panini. Il Nonno di Yawara aiuta a gestire bene i tempi comici. C’è un po’ di fan service per quanto riguarda l’erotismo ma è a livelli davvero risibili. Certo questo primo volume serve un po’ a porre le basi e quindi parte un po’ lento, ma dal secondo volume la serie inizia a decollare.
Conclusioni
Yawara è l’opera più bella di Urasawa ? Probabilmente no. Ma sicuramente per stile di scrittura e disegno è superiore almeno alla metà dei prodotti attualmente serializzati in Italia. Se siete fan del maestro non potete farvelo sfuggire, mentre se siete al primo approccio di lettura sull’autore, sceglietelo solo se vi intriga la trama. Ciò detto noi ci leggiamo alla prossima recensione !