“vedi di non LASCIARCi la pelle, kai.”
TRAMA IN BREVE:
Ad abitare il mondo dell’opera Teogonia sono umani e semi- umani. Se alcuni continuano a vivere pacificamente nei loro spazi, altri hanno deciso di rivendicare la loro supremazia sugli umani, portando allo scoppiare di guerre mirate alla conquista e al mantenimento di alcuni territori e delle rispettive divinità protettrici.
La forza e il potere con cui i semi-umani stanno sbaragliando gli avversari, sono situati nelle pietre divine, presenti in tutti (umani compresi), capaci di condensare la forza spirituale.
Se ingerite, si può accrescere il proprio potere.
È in questo contesto di guerra e sterminio che seguiamo il percorso di level-up di Kai, un soldato semplice di giovane età che, per qualche motivo, conserva ricordi frammentati di vite passate. Attraverso queste reminescenze, riesce a comprendere come arrivare a quel potere custodito dentro di sé. e che gli onigiri sono buoni.
RECENSIONE:
A me date altri mondi, date battaglie, date poteri magici e mi fate felice.
Certo, il tutto deve anche stare in piedi, ovviamente.
Creare un intero mondo ha indubbiamente i suoi pro, quali poter scegliere tutto l’insieme di regole, la cultura, le usanze. Insomma, finisci per creare regioni, habitat, legami politici, intrighi…
L’ hint iniziale era più che esaustivo: con teogonia ci si riferisce a quei racconti che ci narrano l’origine e la nascita degli dei.
La prima, la più importante riconosciuta come tale, è la Teogonia di Esiodo.
La storia parte così in quarta che il primo capitolo è stato un susseguirsi di “ho capito – volta pagina – non ho capito” volta pagina.
Praticamente ci ho fatto m’ama, non m’ama, come fosse una margherita.
Ed è stato divertentissimo.
Poche altre volte mi è capitato di potermi immergere così tanto di prepotenza da non farmi fermare dalle domande.
Lo ammetto, è stato estraniante e spaventoso all’inizio, ma ero così immersa nella battaglia con gli orchi che la fretta e l’adrenalina mi hanno imposto di lasciare da parte gli interrogativi.
Intendiamoci, non è che hai il tempo di chiederti cosa siano i portatori di protezione mentre stai per essere lanciato giù da un burrone.
Piano piano, i primi nodi sono venuti al pettine e, con pazienza, ho cominciato ad arrampicarmi nel tessuto della storia di Teogonia per conoscere Kai e il villaggio di Rag che ha, tenetevi forte, addirittura i suoi modi di dire.
Vedete, non è una cosa scontata, queste espressioni peculiari di un luogo sono la sua essenza, ciò che, almeno a livello linguistico, li identificano e te li raccontano. insomma, linguaggio è frutto della cultura e la veicola. sono dettagli importantissimi, che rendono così reale la storia da portare il lettore a creare un patto narrativo davvero forte.
CONSIDERAZIONI FINALI SU TEOGONIA:
Il disegno è emozionale: frenetico in battaglia, semplice nella vita quotidiana, prospettive per tutti i gusti e un’ alternanza di sfondi che è magia. Io ero lì, nella valle, poi nel villaggio ad allenarmi; sono finita nella tomba degli dei del villaggio di Eda e mi sono sdraiata nel letto costruito da Arwe.
nemmeno per un attimo mi sono sentita tagliata fuori dalla storia. nemmeno per un attimo ho sentito il bisogno di staccarmi dalle pagine. anche quando la confusione sembrava prendermi alla sprovvista, volevo proseguire il viaggio. dovevo farlo, perchè volevo ancora ridere, piangere, scoprire.
Il volume è morbido, i grigi sulla carta sono resi divinamente e vi giuro, ho lanciato un gridolino quando ho tolto le sovraccoperte e ho scoperto che all’interno si trovavano racconti inediti.
Un’edizione di vera classe per un’opera che è riuscita a incollarmi a sé per due ore perché si, per la prima volta è successo l’assurdo: ho riletto entrambi i volumi, subito.
Io teogonia me lo voglio tatuare.
E non posso non ringraziare infinitamente Comics Nerdc per avermi voluta in questo progetto e saldapress che ci ha fornito i volumi di Teogonia da recensire.