Dopo essere stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes, arriva finalmente nelle sale “The Substance” diretto da Coralie Fargeat e distribuito in Italia da IWonder.
Nell’epoca dell’apparenza, dell’esposizione social e dell’ossessione per la skincare già in giovane età -basti pensare al fenomeno dei “sephora kids” che in preadolescenza prendono d’assalto le profumerie alla ricerca della miglior crema anti age- “The substance” è il film perfetto per denunciare la fame di perfezione e gli standard di bellezza diventati sempre più irraggiungibili.
Demi Moore in una scena del film
The Substance- di cosa parla il Body Horror con Demi Moore
Elizabeth Sparkle (Demi Moore), attrice di successo e star della tv, dopo aver passato la soglia dei cinquanta anni, considerata ormai “troppo vecchia” viene licenziata dalla sua trasmissione di aerobica.
Presa dallo sconforto decide di partecipare al programma sperimentale “The Substance” perciò si inietta un siero che per partogenesi fa nascere dal suo corpo una versione più bella e giovane: Sue (Margaret Qualley).
Le regole del programma sono chiare: le due devono scambiarsi ogni sette giorni senza alcuna eccezione altrimenti ci saranno conseguenze irreversibili, ma come è ormai noto nessun protagonista si attiene mai alle regole del gioco.
Una scena del film
Un film sul rapporto con il proprio corpo
La regista sceglie come protagonista un’attrice, Demi Moore, che negli anni ’90 era considerata da tutto il mondo una sex symbol, le dà un ruolo in cui la sua stessa bellezza irraggiungibile sembra ritorcersi contro: per la società è troppo grande, per Hollywood rimpiazzabile.
Sono anni ormai che le attrice parlano del problema legato alla questione dell’età: delle protagoniste scritturate sempre giovani e dei ruoli che sembrano diminuire superati i quarant’anni.
La scelta di scritturare la Moore, quindi è perfetta: le insicurezze dovute all’invecchiamento, a un continuo confronto, a standard sempre più severi colpiscono chiunque anche chi è sempre stata considerata perfetta.
“La gente vuole sempre qualcosa di nuovo”
Bellezza e straniamento
Il problema legato alla bellezza attraversa ogni secolo e la regista lo dimostra attraverso una particolare ambientazione.
L’estetica sembra richiamare quella degli anni ’80, anni in cui la protagonista era nel fiore della sua giovinezza ma anche il periodo in cui in America e nel mondo si affermava l’ossessione per il fitness.
Infatti, se da un lato nelle sequenze dedicate al prelevamento della sostanza il film sembra essere quasi futuristico in stile Black Mirror, dall’altro lato i corridoi che ricordano l’Overlook Hotel e l’abbigliamento da Flashdance danno un’immagine tipica dell’America anni ’80.
Lo spettatore quindi si ritrova spaesato davanti a un mondo narrativo che sembra essere attuale nei temi ma lontano nell’estetica, rafforzando quindi l’idea di base che da sempre le donne vengono giudicate in base alla loro bellezza estetica.
Tra attrazione e disgusto
Un Dorian Grey moderno, un “cigno nero” che incontra Cronenberg in un film in cui la perfezione è legata all’ossessione per il corpo.
Corpi perfetti, deformi, mutati, esposti allo sguardo dello spettatore, esposti al giudizio (prevalentemente maschile, satira sottile ma neanche troppo), “The substance” è un film sul rapporto con il proprio corpo.
Un rapporto che nel caso delle due protagoniste determina la propria personalità e le scelte di vita.
In ogni caso le due ambiscono alla gloria e si sentono vive solo attraverso lo sguardo altrui.
Il corpo diventa quindi oggetto-soggetto del film, un’opera classificabile come Body Horror ma difficilmente circoscrivibile a un solo genere.
Satirico, a tratti comico e talvolta profondamente disturbante, volutamente esagerato.
Tutto il film si basa sulla contrapposizione di coppie opposte: attrazione-repulsione, gioventù-vecchiaia, fama-anonimato, desiderio-disgusto.
Una contrapposizione che sfocia nelle due protagoniste, due facce della stessa medaglia.
Margaret Qualley in “The substance”
Un horror tutto al femminile
The substance è tutto incentrato sulle protagoniste, un film al femminile in cui gli uomini restano sullo sfondo e spesso sembrano tutti uguali.
L’unico personaggio maschile che occupa realmente la scena è quello interpretato da Dennis Quaid, un uomo che rappresenta tutto ciò che negli anni è stato criticato del mondo dello spettacolo.
C’è chi parla già di candidatura agli Oscar per le due protagoniste.
Entrambe le attrici hanno dimostrato di essere versatili e di riuscire ad affrontare dei ruoli forti dal punto di vista fisico ma soprattutto psicologico.
Moore e Qualley hanno saputo calarsi completamente nei panni delle protagoniste Elizabeth e Sue in ogni fase del personaggio da quelle “tranquille” a quelle maniacali, psicotiche e ossessive.
Demi Moore nei panni di Elizabeth Sparkle
L’horror che rispecchia la società
Oltre alla bravura tecnica della regista che al suo secondo lungometraggio è riuscita a dimostrare capacità registiche notevoli, ciò che colpisce del film è la critica sociale non troppo velata che porta su schermo.
Bellezza, competizione, invecchiamento, perfezione, mercificazione del corpo, desiderio di ammirazione… hanno tutti un fatto comune: l’ossessione.
La Fargeat ha saputo rappresentare su schermo in un solo film l’aspetto che più di tutti caratterizza l’epoca in cui viviamo.
Allora ecco che la bellezza diventa un’ossessione, il corpo inizia a essere sempre più esposto e mercificato nella disperata ricerca di approvazione e ammirazione.
E allora ecco che nella ricerca ossessiva di una propria immagine perfetta, qualsiasi tipo di relazione diventa conflittuale e la competizione sempre più incoraggiata dai continui stimoli visivi diventa distruttiva.
La regista volutamente estremizza il tema fino a rendere le situazioni grottesche e assurde ma lo fa coscientemente perché consapevole del fatto che la nostra è una società sempre più incline agli estremi, all’ossessione e all’assenza di equilibrio.
The Substance vi aspetta al cinema dal 30 ottobre.
THE SUBSTANCE | Trailer italiano ufficiale HD (youtube.com)
Trailer ufficiale del film