Diluvio – Un viaggio nella psiche e nella genesi del cambiamento

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Opera ricca in termini di significato che rappresenta un doppio viaggio: uno nello spazio e l'altro nella mente del viaggiatore che questo viaggio lo esperisce in prima persona e cambia, proprio come è giusto che sia, in concomitanza dei cambiamenti dell'ambiente esterno.

Diluvio si presenta come un’opera breve, scritta e disegnata dall’artista italiano Lord Violent, cordiale esumamorti dal 1807, anche noto come LVCE1807. L’opera è racchiusa in un volume unico pubblicato direttamente dalla casa editrice Jundo Comics.

Foto di @anerddiary su Instagram

La trama. Un doppio scenario

La narrazione si sviluppa in maniera quasi diretta, senza darci il tempo di riflettere, catapultandoci direttamente nelle vicende che vedono protagonisti due uomini, entrambi scienziati, in perenne conflitto. Entrambi in missione spaziale, essendo stati mandati a vivere nella prima colonia lunare di sempre, si trovano a dover affrontare le difficoltà della “convivenza” in uno spazio tanto grande quanto ristretto, quale è quello dello spazio.

“Ti abituerai presto agli spazi angusti qui nello spazio”

“Solo la mente è uno spazio abbastanza ampio”

Tuttavia, nonostante a prendere maggiormente piede vi siano proprio le vicende di questi due scienziati che, in costante conflitto, cercano di farsi strada lungo questa nuova realtà, si aggiunge anche qualcosa d’altro alla narrazione, quasi in contemporanea. All’interno di questa, infatti, di tanto in tanto, si fanno strada delle sequenze a colori apparentemente discostanti dal tono freddo delle vicende principali. Ma saranno davvero così scollegate? Se da un lato le tavole in bianco e nero rappresentano una realtà, dall’altro le tavole a colori ne rappresentano un’altra. Due realtà apparentemente sconnesse ma che, col tempo, si incontrano e si intrecciano, fino a dar vita ad una storia ricca di consapevolezza e conquista, più connessa che mai.

Il fumetto come viaggio nei meandri della mente

Quando si leggono opere complesse, spesso si rimane perplessi, quasi sbigottiti quando si arriva alla conclusione di queste. Siamo sicuri di aver capito ciò che voleva essere il messaggio dell’autore? O forse abbiamo solo frainteso? O ancora peggio, forse l’opera aveva un’interpretazione del tutto libera? Spesso sono questi i pensieri che ci balenano nella mente. Diluvio non è assolutamente esente da queste i dubbi. Una volta concluso sono rimasta attonita, quasi perplessa circa ciò che avevo appena letto. Tuttavia, non ne sono uscita completamente inconsapevole. Sono riuscita, anzi, a cogliere un qualcosa di molto rilevante.

Cos’è stato Diluvio per me? Certamente una lettura drammatica e fantascientifica, ma non solo. Diluvio, come si evince stesso dal titolo, ha rappresentato per me una pioggia violenta che, con tutta la sua violenza, è riuscito a sovrastarmi di angoscia e terrore. Perchè vi dico questo? Perchè, se da un lato, attraverso le vicende in bianco e nero, sono riuscita a cogliere una specie di situazione distruttiva perpetrata sulla base della menzogna, dall’altra ho colto una sorta di rivelazione. Le vicende a colori non sono altro che l’incespicare del nostro protagonista verso una progressiva presa di consapevolezza, di sé e del mondo circostante. Consapevolezza che si dirama in uno scenario frammentario quasi onirico.

Ho letto, quindi, a Diluvio come ad un doppio viaggio: uno nello spazio e l’altro nella mente del viaggiatore che questo viaggio lo esperisce in prima persona e cambia, proprio come è giusto che sia, in concomitanza dei cambiamenti dell’ambiente esterno.

Il tutto viene poi accompagnato e arricchito dalla capacità artistica molto singolare dell’autore che, col suo tratto spigoloso e rigido, rende egregiamente la dualità dei due scenari e l’eleganza dei diversi personaggi.

Conclusioni

In conclusione, mi sento di spezzare una lancia a favore di quest’opera senza dubbio rivoluzionaria, definibile quasi come un’odissea della mente (riferimento 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick). Meriterebbe certamente più attenzione, in quanto davvero riflessiva ed in grado di rapire l’attenzione del lettore e di inserirlo quasi a forza nel dramma illustrato, senza possibilità di fuga.

Purtroppo però, c’è anche da dire che si tratta di un’opera complessa che non credo sia adatta a tutti. Oltre che per la sua complessità, a renderla difficilmente appetibile per i molti potrebbe anche essere lo stile di disegno, magari non comune e, dunque, non apprezzato dai più. Io stessa, inizialmente non impazzivo di gioia alla vista di tavole tanto distanti dal mio genere di preferenza. Nonostante ciò, dopo appena qualche pagina, ho iniziato ad apprezzare e ammirare la linea di demarcazione che viene spesso utilizzata per i volti dei personaggi. Mi ha vagamente rimandato alla corrente artistica del cubismo, in tutta la sua geometricità.

Nonostante ciò, mi sento comunque di consigliarvi di recuperare quest’opera, magari tentando prima con la sua versione online, sulla piattaforma di Jundo Comics. Riuscirà indubbiamente a lasciarvi qualcosa e a non farsi dimenticare tanto facilmente.

Grazie a tutti per aver letto fino qui. Alla prossima recensione!

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