Recensione del primo volume di Sanda, edito da Panini Comics per Planet Manga
Introduzione all’opera:
Sanda è l’ultima opera di Paru Itagaki, autrice estremamente peculiare (appare in pubblico esclusivamente con una maschera da pollo sul viso) già conosciuta in Italia per Beastars, opera ambientata in un mondo di animali antropomorfi.
Ambientato nel 2080, in un mondo completamente diverso dal nostro (il tasso di natalità si è infatti drasticamente abbassato e il cambiamento climatico ha talmente sconvolto il clima da rendere difficile catalogare con precisione le stagioni), la storia segue le vicende di Kazushige Sanda, un ragazzino come tanti che un giorno viene accoltellato dalla propria compagna di classe Shiori Fuyumura, allo scopo di risvegliare il potere che esso nasconde per poter così ritrovare Ono, migliore amica di Fuyumura misteriosamente scomparsa da 6 mesi e ormai data per morta.
Contesto e tematiche trattate:
A metà tra un film di Tim Burton e un racconto super eroico, la quantità di temi trattati è innumerevole. Innanzitutto, si fa molta leva sull’importanza della figura dei non adulti, che in questo particolare mondo sono una minuscola percentuale della popolazione, tanto che vengono rispettati e trattati con i guanti da chiunque, specie dagli adulti, figure molto meno rilevanti in questo contesto (si affronta perciò il tema del basso tasso di natalità, che affligge il Giappone da molto tempo). Inoltre, il protagonista è una figura particolare, tratteggiata come un super eroe molto bizzarro, il cui unico scopo è quello di difendere i bambini ed esaudire i loro desideri. I disegni sporchi e graffianti e i personaggi così sui generis di Itagaki inoltre, danno all’opera quell’atmosfera surreale e grottesca che permette alle atmosfere di alternarsi tra giocose ed inquietanti.
In definitiva, consiglio caldamente la lettura di questo primo volume di Sanda, sembra si possa sperare in una bellissima avventura!