“Giorni di Sabbia”, una graphic novel meravigliosa che emoziona e fa riflettere – Recensione

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Giorni di Sabbia di Aimée De Jongh, pubblicato in Italia da Coconino Press, è un fumetto meraviglioso che emoziona e fa riflettere. Ve ne parlo in questa recensione.

LA TRAMA

La storia è ambientata negli Stati Uniti nel 1937, quando la Grande Depressione preoccupava l’intero paese. In particolare, i contadini e gli agricoltori si ritrovarono improvvisamente nella Dust Bowl, una zona che comprendeva l’Oklahoma, il Kansas e il Texas, dove siccità e tempeste di sabbia devastarono la vita di intere famiglie.

Per supportare quelle popolazioni, un’agenzia governativa americana cerca fotoreporter per documentare con le loro immagini la situazione critica di quelle aree, al fine di richiedere aiuti statali. Il lavoro viene assegnato a John Clark, un giovane di 22 anni che si trova presto a vivere in prima persona una realtà devastante, impossibile da raccontare solo con delle foto.

NOTTI DI POLVERE… E GIORNI DI SABBIA

Solitamente cerco di farlo sempre quando leggo fumetti o libri. Tuttavia, quando si tratta di storie che raccontano in parte fatti reali, cerco di immedesimarmi il più possibile con i protagonisti e le situazioni che vivono in ogni pagina. Farlo con Giorni di Sabbia è stato emotivamente devastante.

Qui non si tratta solo di difficoltà economiche che conducono alla povertà. A questa situazione si aggiunge una condizione di vita proibitiva che ha separato figli dai genitori e viceversa. Un dramma di portata inimmaginabile che possiamo cercare di comprendere attraverso le parole, le fotografie e lo sguardo di John Clark, un ragazzo che scopre di avere un cuore enorme dopo aver vissuto notti di polvere… e giorni di sabbia.

VERITÀ SCOMODE

Aimée de Jongh svolge un lavoro straordinario, rendendo John Clark un protagonista perfetto per narrare una storia che affronta uno dei temi più importanti e sempre attuali: l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

John scoprirà, attraverso un viaggio inaspettato, la verità dietro la Dust Bowl e cosa ha portato a tali condizioni, imparando a comprendere cosa può significare una fotografia. Tuttavia, una foto non può sempre raccontare la verità, poiché spesso c’è altro sotto la superficie. Questa è una delle scomode verità che John scopre attraverso incontri speciali con persone che vivono da tempo in determinate condizioni.

Tra le verità scomode che John deve affrontare, c’è anche quella riguardante il suo defunto padre. Aprirsi con le persone che vivono nella Dust Bowl fa emergere ricordi che John avrebbe preferito dimenticare, ma che, nonostante tutto, sono esperienze di vita che non si possono ignorare.

CONSIDERAZIONI FINALI

Sono arrivato un po’ tardi, ma Giorni di Sabbia è entrato a pieno titolo tra le mie letture preferite di questa prima metà dell’anno. Una storia basata su fatti storici, riportati in modo estremamente realistico, grazie anche allo studio e alle ricerche di de Jongh, un’autrice che è riuscita a emozionarmi per tutto il suo racconto.

Giorni di sabbia

Autore: Aimée de Jongh
Titolo: Giorni di sabbia
Collana: Coconino Cult
Numero pagine: 288, a colori, formato 17 x 24 cm, brossurato con bandelle
ISBN: 9788876186363

26,60€

SINOSSI

Dust Bowl, anni Trenta del secolo scorso: un vasto territorio che attraversa il centro e il sud degli Stati Uniti, arido e desertificato dopo decenni di sfruttamento e mancanza di rotazione delle colture. Migliaia di famiglie contadine ridotte in miseria lottano ogni giorno per sopravvivere. Devono affrontare siccità, denutrizione, malattie e il flagello di enormi tempeste di polvere, che a volte arrivano a oscurare il sole.

Molti non ce la fanno a resistere, e provano a emigrare verso la California. In questo paesaggio da incubo arriva John Clark, un fotografo 22enne inviato da un’agenzia governativa. Ha il compito di raccontare con i suoi scatti la tragica povertà degli agricoltori, per sensibilizzare l’opinione pubblica americana in un Paese che, dopo il crollo di Wall Street, tenta faticosamente di risollevarsi dalla crisi economica.

Nel corso del suo reportage John incontra persone diffidenti e ostili, ma anche donne, ragazzini, intere famiglie che affrontano con coraggio calamità e indigenza. Sempre più spesso si interroga sul suo lavoro: un reportage fotografico può servire a qualcosa? Le sue immagini raccontano davvero la realtà? L’incontro con i “dannati” della Dust Bowl porta il giovane fotografo a fare i conti con il suo passato e le sue aspirazioni, fino a una scelta che cambierà per sempre la sua vita.

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