Insegnami a fare un manga – Recensione dei primi due volumi

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Con l’uscita del secondo volume saldaPress di Insegnami a fare un manga, possiamo ora dirvi le nostre prime impressioni sull’inizio di questa serie che sarà composta da 8 volumi.

TRAMA

Kawaguchi vuole riprendere in mano il suo sogno di fare la mangaka. Per riuscirci e diventare famosa, si fidanza con la sua kohai perché gli yuri sono di tendenza, no?

CITAZIONE

Non avevo mai pensato di voler disegnare uno yuri.

RECENSIONE

A 19 anni è forse il momento in cui, per la prima volta, si inizia davvero a sentire la pressione del tempo. Figurarsi in una società frenetica come quella giapponese.

Kawaguchi perciò sente che è arrivato il momento di riaprire il cassetto, tirare fuori il suo sogno e le sue bozze e tornare a disegnare.
Perché lei tornerà ad essere una mangaka.

Nel suo viaggio alla riscoperta di un sogno, terrà al suo fianco Morishita, compagna di classe amata del suo fratellino e sua ex collega di lavoro. Perché?

Beh, perché Kawaguchi sa benissimo che Morishita ha una cotta per lei. Se gli Yuri vanno tanto di moda, dovrà pur fare esperienza per scriverne uno e raggiungere il suo obiettivo, no?

Le cose però non vanno esattamente come previsto: oltre a non saper disegnare uno Yuri, si ritrova a fare i conti con la scoperta che la sua giovane kohai è una mangaka che tanto apprezza.

Eppure nessuno di questi colpi di scena in insegnami a fare un manga scombussola il lettore, che resta ipnotizzato dal ritmo delle pagine e dalla spontaneità dei gesti dei personaggi.

Dunque, non un titolo che mi ha fatto battere il cuore all’impazzata, ma non credo fosse nemmeno l’intento dell’autrice.
Piuttosto, mi ha fatto riflettere molto.

Si rimane incollati per la veridicità dei dialoghi, per la costruzione di un ritmo quotidiano che ti fa sentire lì con loro, seduti al fianco di Masato che guarda la sorellona rubargli la sua cotta da liceale.

Le pagine scivolano come sorsi di un bicchiere d’acqua una dopo l’altra, mentre le nostre due protagoniste avanzano a passi incerti verso il futuro, facendo a volte un balzo in avanti, altre volte uno indietro.
Perché, semplicemente, così è la vita.

CONSIDERAZIONI FINALI

Insegnami a fare un manga è una di quelle letture all’apparenza molto semplici e che invece non lo sono affatto.

Si può prendere Kawaguchi come una semplice neet disposta a ferire sia suo fratello che la sua kohai solo per diventare una famosa mangaka, ma si può anche leggerla come una persona disperata che si sta dando l’ultima possibilità per toccare con le mani il suo sogno.

E per quanto sia sbagliato, le vuoi bene, un po’ perché tutti abbiamo affrontato o stiamo affrontando quella paura, un po’ perché il modo in cui spesso agisce nei confronti di Morishita sembra quello di qualcuno che davvero si sta innamorando.
O forse, è solo il suo lato da sorellona che emerge.

È meraviglioso cercare di decifrarla, così come lo è riuscire a comprendere quelle frasi un po’ criptiche in alcune scene, perché non c’è sempre bisogno di esprimere davvero un concetto per esteso per renderlo comprensibile: dentro di noi lo conosciamo più che bene.

Morishita, poi, è un personaggio meraviglioso, delicata come un fiore, esplosiva come la primavera.
Rappresenta a pieno la giovinezza e l’autrice la muove nella storia in maniera egregia, mostrando la bellezza e la bruttezza di quel momento della vita.

Nonostante il minimo divario di età fra le due, si percepisce quanto il nostro attaccamento a quel numero cambi completamente la nostra percezione di chi dovremmo essere. A 16 dei giovani sognatori, a 19 adulti con un progetto di vita in mano.

Il disegno dal tratto così sottile da apparire a volte incerto, si amalgama perfettamente al tipo di storia, facendoti pensare che non poteva essere disegnato altrimenti.

Insegnami a fare un manga racconta tanto e lo fa bene, creando pochi personaggi veri, coerenti e profondi, dando vita ad un’opera che lascia un sapore agrodolce in bocca, un po’ come i lamponi.

Nel secondo volume, l’autrice riconferma la sua penna e le sue capacità, eliminando il dubbio sul proseguire o meno con l’acquisto dei volumi. Se il primo vi è piaciuto, andate sul sicuro. Anzi, vi aspetta, a mio avviso, una narrazione ancora migliore, e scene capaci davvero di creare delle immagini incredibili nella vostra mente.

Questo manga si consiglia a tutti, perché a tutti è dedicato.
È uno slice of Life, un po’ shōjo, forse Yuri, c’è il romance, chissà cos’altro.
A me incastrarlo in qualche etichetta non interessa proprio.
Voglio solo vedere cosa diventeranno le due protagoniste nel loro percorso, sentire quali interrogativi si porranno e quali parole sceglieranno di dire a voce alta, sperando che avranno ancora modo di sentir finire il canto delle cicale insieme.
Sempre se sarà questo ciò che vorranno.

Un infinito grazie a saldaPress per avermi omaggiato dei primi due volumi di Insegnami a fare un manga, che trovate disponibili in libreria, fumetteria e store online.

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