In un futuro non molto lontano sarà possibile comprare un figlio robot. In tutto per tutto un bambino dalle sembianze umane, se non fosse per un ingegnere informatico che ha cambiato la programmazione di uno di questi robot… Questa è la storia di Made in Korea, una graphic novel pubblicata da Panini Comics scritta da Jeremy Holt e con i disegni di George Schall.
Riprendendo temi già affrontati in opere di fantascienza di diversi media, in questo mondo dove la tecnologia è avanzatissima, è diventato normale acquistare un proxy, ossia un androide dall’aspetto di un bambino. I migliori in circolazione sono quelli della Wook-Jin Industries in Corea. Una coppia statunitense decide di prendere un proxy dalla Corea che chiamano Jesse. Peccato che questa figlia tanto desiderata non è come gli altri. Jesse è intelligente, curiosa, ben più matura della sua età, ma anche ingenua sul mondo che la circonda e che vuole scoprire non solo sui libri ma anche vivendoli di persona. Ma purtroppo Jesse si troverà in guai più grandi di lei, che però le fanno capire che lei non è solo un ammasso di fili. Oltre ai circuiti lei sente di essere altro e vuole capire chi è e cosa ci vuole per vivere davvero.
Made in Korea è una storia che ha premesse non nuove, ma riesce ad essere originale anche per i diversi piani che esplora e racconta. C’è Jesse con il suo percorso, ma vengono ben raccontati anche i suoi genitori. Loro vogliono supportare la figlia e la sua curiosità non normale; dall’altra temono per le compagnie che inizia a frequentare e situazioni pericolose per la sua età. Notano il suo cambiamento e non sanno bene cosa fare e come agire per proteggerla. Si comportano come dei “veri” genitori, non la considerano un robot ma una vera e propria bambina da proteggere appunto, seguire e amare.
Non viene dimenticato anche l’ingegnere coreano che ha modificato Jesse e ha fatto in modo che fosse spedita. Il suo progetto segreto va come aveva programmato, ma piano piano si rende conto di voler seguire personalmente Jesse e vedere cosa succede. Dall’altra deve stare attento all’azienda che sospetta che lui abbia fatto qualcosa contro le regole e deve evitare le conseguenze sulla sua carriera e non solo. Tensione, rischio, mistero, ma anche affetto per Jesse, un affetto quasi paterno di volerla vedere crescere non per mano di altri.
La storia di Made in Korea parte in maniera intrigante e interessante, quasi adrenalinica. Nella seconda metà però si aggiungono nuovi elementi, psicologici, filosofici quasi e momenti anche onirici. Non sempre ho compreso e apprezzato questi momenti e il loro senso. Diventa più complesso seguire e capire le scelte di Jesse fino alla conclusione del volume. I temi di ricerca di sé, della propria identità e strada al di là delle convenzioni rimangono belli. L’aspetto dell’identità di genere che si rivela sul finale poteva essere esplorato maggiormente per poterlo apprezzare di più. Temi chiaramente LGBTQ che si collegano al background dei suoi autori ma anche per questo mi sarei aspettata qualcosa in più, che tutto fosse meno sottile e “cervellotico”.
La storia rimane comunque apprezzabile e originale. Belli i disegni realistici e come viene raccontato questo mondo e la sua tecnologia evoluta. Intriganti le storie extra che chiudono il volume. Sono brevi storie di diversi autori e disegnatori che esplorano diversi proxy. Sono storie di poche pagine sia drammatiche che divertenti ma che pur nella loro brevità raccontano molto e anzi alcune meriterebbero più spazio. Chissà se capiterà…
In ogni caso Made in Korea è una graphic novel interessante per chi ama queste storie sci-fi che trattano tematiche per noi attuali e importanti, viste con un occhio nuovo e non banale.
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