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Conan il Barbaro: Integrale 1 la recensione

Un tuffo in Cimmeria!

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Prima del grande successo cinematografico, grazie all’interpretazione di Arnold Schwarznegger di metà anni 80, che lo avrebbe reso immortale a gli occhi del pubblico generalista, esisteva già Conan il Barbaro. Un personaggio allora semi sconosciuto o quasi, nato anni prima dai racconti del texano Robet Howard. Questa è la storia della seconda vita del Cimmero, che espanderà le frontiere del suo universo narrativo attraverso nuovi media, a partire proprio dal fumetto.

Il Cimmero era nell’aria?

Siamo nel 1970 e Martin Goodman, allora proprietario della Marvel Comics, è alla ricerca di nuove proprietà intellettuali per espandere il parco dei personaggi a disposizione della casa editrice. I supereroi Marvel, dopo una prima fase di assestamento, sono campioni di incassi e contendono lo scettro alla distinta concorrenza. Ma il pubblico di lettori tende ad essere molto variegato, e c’è bisogno di sperimentare molto per intercettarne ogni fascia. Non molti mesi prima, a fare da apripista, viene lanciato un personaggio che ebbe un successo brevissimo, curato dagli stessi creatori del primo adattamento di Conan a fumetti, e che ne ricalcava gli stilemi essenziali. Questo personaggio era Starr L’uccisore, scritto per l’appunto da Roy Thomas e diseganto da Barry Windsor Smith. Un personaggio iggi diementicato, fatta eccezione per una storia scritta da Warren Ellis nel 2007.

Conan, una grande scommessa

Nessuno sapeva se e quanto un adattamento a fumetti di Conan, avrebbe avuto successo e si decise di conseguenza, di non alzare troppo la posta. Dunque, invece di chiamare John Buscema, che anni dopo creerà l’aspetto grafico definitivo del personaggio, o Gil Kane che stava facendo faville su Devil, si decise di puntare su un immigrato semi sconosciuto e clandestino. L’inglese Barry Windsor Smith. Nonostante il tratto non paragonabile a quello di altri grandi autori contemporanei, la serie fu un successo enorme di critica e pubblico. Ciò significherà un efflluvio di storie sul Cimmero, targate Mavel e non solo, scritte dai migliori disegnatori e sceneggiatori di ogni epoca, fino ai giorni nostri.

Una enorme rivoluzione all’ombra della Union Jack

Oggi noi siamo abituati all’idea che tanti disegnatori e scrittori non americani, scrivano per i grandi e piccoli editori di fumetti d’oltre oceano. A tal proposito è evidente a tutti che il numero di disegnatori italiani, che lavorano e si affermano grazie al loro talento negli Stati Uniti, è letteralmente esploso negli ultimi anni. Ma non è stato sempre così. Infatti Barry Windsor Smith, è stato il primo non americano a lavorare per la casa delle idee. Il suo ingresso in sordina, ha rotto un tabù che poi ha permesso l’esplosione della British Wave negli anni 80 con autori quali Garth Ennis e Alan Moore su tutti, fino al raggiungimento dello status quo attuale, caratterizzato da un cosmopolitismo diffuso nell’ambito fumettistico.

Le prime storie di Conan

Le storie sono certo ancora acerbe, e avendo più di cinquant’anni si percepisce seppur non in maniera esagerata, una certa pesantezza narrativa con molti dialoghi e riquadri didascalici. Nonostante ciò le storie risultano molto avvincenti, e ci permettiamo di segnalare su tutte “La tana degli Uomini Bestia” e “La torre dell’elefante”. Entrambe infatti sono permeate da una sottotrama sociale importante, la prima legata al tema della libertà e della schiavitù, la seconda al tema della diversità e della tirannia. Le storie dunque, che sono un misto di adattamenti di storie originali e inediti, sanno ben amalgamare l’azione ad un lato più maturo e profondo. Una cosa abbastanza rara nelle storie di Conana più recenti. Sicuramente andando avanti con la pubblicazione, la collana proporrà storie via via più complesse, articolate e moderne ma niente male come inizio.

I disegni

I disegni sono figli del loro tempo. Windsor Smith che disegnerà Conan per tre anni, non compì mai una rivoluzione grafica, ma si mosse agilmente all’interno degli stilemi dell’epoca. Nonostante ciò si lasciano apprezzare, soprattuto nelle immagini a tutto campo, che permettono di dare maggiore respiro alla tavola, grazie ad un inquadratura più ampia. Grandiose invece le copertine cariche di un fascino difficile da spiegare a parole. Ad ogni modo, nel corso dei tre anni in cui Smith metterà a servizio le sue matite, lo stile migliorerà e non di poco. Ottime anche le chine di Dan Adkins. Vorrei comunque ricordare che nel pieno della sua maturità artistica, Smith ha realizzato le matite quel capolavoro di Wolverine arma X.

I formati

La serie esordì in Italia tre anni dopo la sua uscita negli Stati Uniti, nel 1973. Luciano Secchi alias Max Bunker, aveva fondato l’Editoriale Corno. Suddetta casa editrice, oltre a pubblicare personaggi originali quali Satanik, Alan Ford, Kriminal e Maschera Nera, stamperà in licenza per tutti gli anni 70 e primi anni 80 i fumetti Marvel. In particolare Conan esordirà su una serie ombrello, contenitore di varie serie americane ovvero “Gli albi dei Supereroi“. Tale serie infatti oltre a Conan che esordirà sul numero 11, pubblicava i Difensori, Warlock, Licontropus, Luke Cage. In tempi più recenti Panini Comics, ha riproposto da prima queste storie e molte altre in lussuosi omnibus, prima di optare per una proposta per tutte le tasche con l’integrale da edicola. Un formato su cui Panini sta puntando molto, viste le molte proposte che essendosi moltiplicate, devono trovare un grande riscontro di pubblico. In questo caso nelle solite 96 pagine 16×21, troviamo quattro albi originali, redazionali e degli interessanti studi sul personaggio ad opera del disegnatore.

L’eredità di Howard e Conan il barbaro

Difficile riassumere l’eredita di Robert Howard, in poche righe. SIcuramente va detto che è un autore che andrebbe riscoperto, perché ingiustamente eclissato dal mostro sacro Lovercraft, suo contemporaneo e conoscente. Molti infatti sono i punti di contatto tra i due autori, pur nelle enormi differenze. Howard d’altra parte sarà molto influenzato da Lovercraft e dal suo ciclo di Chtulu. Tra i molti personaggi creati e cicli di storie scritte e pubblicate su riviste antologiche di genere Weird, Conan è il più celebre e riuscito. Bisognerebbe ritagliarsi del tempo per leggere o rileggere, almeno il suo lungo ciclo dell’epoca Hyboriana, per capire la freschezza del suo stile narrativo e la sua capacità di costruire topoi narrativi, oggi ampiamente utilizzati e a tratti persino abusati, ma che per l’epoca erano inediti o quasi. Un innovatore dunque e un grande narratore, non sufficientemente celebrato e studiato, che andrebbe senz’altro riscoperto. Soprattuto per gli amanti del genere fantasy o presunti tali.

Conclusioni

Non possiamo che consigliarvi l’acquisto di Marvel Integrale Conan il Barbaro, per molteplici motivi. Perché è un pezzo di storia del fumetto, come abbiamo cercato di spiegarvi e perché un modo per scoprire la trasposizione più autentica fedele, della creatura di Howard, con un media quale il fumetto, sicuramente più facile da fruire. Il prezzo è irrisorio, il contenuto prezioso. Alla prossima recensione!

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