Grazie a gli amici di Panini Comics abbiamo avuto modo di leggere Secret Reverse. Un fumetto scritto da Kazuki Takahashi, che segue la scia di tutti una serie di fumetti, che tentano di fare da ponte tra fumetto occidentale e orientale. Ci avrà convinto ? Scopriamolo insieme.
L’autore completo di Secret Reverse
Scomparso nel 2022, Kazuki Takahashi era nato in Giappone nel 1961. La sua carriera è stata costruita intorno ai fumetti Shonen, con una trentennale collaborazione con Shonen Jump. Dopo una serie iniziale di opere minori, definite come immondizia dallo stesso autore, il grande successo globale è arrivato nel ’96 con Yu-Gi-Oh! Una serie ormai transegenerazionale, conosciutissima ormai non tanto grazie al manga, che Panini comunque sta ristampando, ma soprattuto attraverso il gioco di carte e l’anime. Su Shonen Jump + nel 2019, ha pubblicato Secret Reverse, realizzando il suo sogno di raccontare una storia con i personaggi Marvel, da lui amati.
Il Formato
Un brossurato di 112 pagine formato 18×26, tutto a colori, al prezzo di 10 euro. Ci sentiamo sinceramente di promuoverlo visto l’ottima rapporto prezzo pagine. Un cartonato infatti, sarebbe probabilmente costato tra i 16 e i 18 euro.
Com’è questo Secret Reverse?
Allora parto con il dire che non si tratta di un giudizio sull’autore, che comunque ha scritto una pagina importante dello Shonen Manga. Ma Secret Reverse è un fumetto deludente. Takahashi prende chiaramente ispirazione dall’Iron Man e lo Spider-Man del MCU. Lo si intuisce dal comparto grafico che approfondiremo in un paragrafo dedicato, ma soprattuto dalla danimica del loro rapporto. Con Spider-Man, ridotto a fare il fan boy di Tony. Il punto è poi la storia che viene costuita intorno, totalmente inconsistente e scialba. Al punto che si ha l’Impressione di essere di fronte ad un un fan made a basso budget.
Una fusione non riuscita
Ciò che è riuscito a Peach Momoko in Demon Days, qui il link alla recensione, non riesce nella maniera più assoluta a Takahashi. In Secret Reverse, i due elementi occidentale e orientale, rimangono separati come acqua e olio. Il mondo di Yu-Gi-Oh non si amalgama affato con quello Marvel, con il risultato finale che si traduce in una storia scialba, frettolosa e priva di pathos. Ci si butta subito nell’azione, quasi senza nessuna costruzione. Riprendendo l’idea trita e ritrita del cult “l’invasione degli ultra corpi” del 1956, si costruisce la solita storia dell’invasione aliena. Inoltre il messaggio del rapporto tra scienza e magia, è buttata lì senza riuscire ad acquisire alcuna profondità narrativa.
Il Villain
Il villain è davvero problematico, perché terribilmente banale. Sempre la solita storia del buon padre di famiglia sull’astrico, con un sogno trasformatosi in un ossessione, che viene corrotto dal male. L’ennesima rielaborazione di tematiche del Faust di Goethe in chiave pop, ma senza tutta la drammaticità. Anche la risoluzione della trama con la sua redenzione, ma in generale tutto il dipanarsi della trama, fino all’inevitabile epilogo, sono tanto scorrevoli quanto telefonati. Inoltre la figlia che dovrebbe comuque avere un ruolo importante, appare ad inizio storia e ricompare alla fine per ricoprire il ruolo di deus ex macchina. Insomma i buchi di trama non mancano.
Scene di combattimento e dialoghi
Detto che il Il motivo per cui Tony e Peter sono in Giappone è un banale pretesto, il fumetto è tutto una scena di combattimento. Infatti tolte le prime cinque pagine iniziali e finali tutto ruota intorno allo scontro tra villain e protagonisti. Mettendo in atto un team up mal riuscito, vista l’incapacità dei due eroi di coordinarsi nelle scontro. Con Iron Man che ad un certo punto si eclissa, per poi ricomparire verso la fine senza un motivo valido. La situazione non migliora con i dialoghi che risultano ridondanti, ripetitivi e conditi di spiegoni. Con Spider-Man che si mette a spiegare a Tony le motivazioni del villain, non essendo stato questo presente nelle pagine precedenti, in cui noi lettori le avevamo appena apprese.
I disegni di Secret Reverse
Il tratto di Takahashi mi è sembrato molto stanco. Le anatomie spesso vanno a farsi benedire e in generale, non ho molto apprezzato la caratterizzazione né dei protagonisti né del villain. Sicuramente il design è ispirato al MCU, ma si poteva sicuramente fare di meglio. Soprattutto nelle scene di combattimento il tratto risulta confuso, sporco. La colorazione sicuramente non aiuta, rendendo tutto molto artificioso.
Conclusioni
Deludente, molto deludente. Non mi sentirei nemmeno di consigliarlo a qualcuno onestamente. Se volete un’opera a metà tra fumetto americano e Giapponese buttatevi su Demon Days. Deadpool Samurai, con tutti i suoi limiti, mi aveva ben più divertito. Ma se volete farvi una vostra idea prendetelo e fateci sapere!