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HORIZON – AN AMERICAN SAGA – CAPITOLO 1 – Può il western tornare ad essere un genere popolare?

Omero incontra il Western!

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Ci sono film che si attendono più di altri, con trepidazione e interesse crescenti da trailer in trailer questo è sicuramente il caso di HORIZON – AN AMERICAN SAGA – CAPITOLO 1.

Ci sono poi generi cinematografici che si amano in modo viscerale e che accompagnano la nostra vita sin dalla tenera età. Io sono cresciuto a pane e Western, non solo film ma anche fumetti. Ciò nonostante il fatto che il genere fosse tramontato almeno trent’anni prima che io nascessi. Ho visto di tutto, dal western classico alla Giube Rosse passando per i western di serie Z, fino allo spaghetti western e al western revisionista e crepuscolare alla Balla con i lupi. Ciò mi ha fatto innamorare della storia degli Stati Uniti, del mito della frontiera e della terra delle possibilità. Poi ho approfondito queste cose leggendo, studiando all’università e continuando a sognare e immaginare storie con quell’ambientazione per me mitica

Diversamente da qualche anno fa, però, di Western non ne escono quasi più, salvo rare eccezioni meritevoli o prodotti di serie B. Dunque, quando ho appreso che proprio il mio amatissimo Kevin Costner avrebbe diretto un doppio film Western, ero emozionatissimo.

Fatta questa lunga premessa, necessaria a spiegare lo stato emotivo con cui ci siamo approcciati al film, non ci resta che dirvi le nostre impressioni su HORIZON – AN AMERICAN SAGA – CAPITOLO 1, che vede alla regia ma anche come protagonista Kevin Costner al fianco di un ampio cast che include Sienna Miller (Anatomia di uno scandalo), Sam Worthington (Avatar: La via dell’acqua), Jena Malone (Goliath), Abbey Lee (Florida Man), Michael Rooker (Guardiani della Galassia) e Danny Huston (Yellowstone).

La trama di Horizon

Percorrendo i quattro anni della Guerra Civile, dal 1861 al 1865, l’ambiziosa avventura cinematografica di Costner condurrà il pubblico in un viaggio emotivo attraverso un Paese in guerra con se stesso e vissuto attraverso il punto di vista di famiglie, amici e antagonisti che cercheranno di scoprire cosa significhi veramente essere ‘gli Stati Uniti d’America’.

Le nostre impressioni

Horizon è una vera e propria epopea in grado di unire il genere western a un racconto con un’epica quasi omerica. Il racconto diacronico e frammentato si svolge durante la guerra civile americana e segue le storie di diversi protagonisti le cui storie finiscono per intrecciarsi tra di loro. Si tratta di un film denso, che si prende tutto il tempo per raccontare la sua storia.

Horizon rappresenta in modo autentico e senza filtri la vita nella frontiera americana. Non prende le parti di nessuno, ma cerca invece di restituire un racconto il più autentico possibile. Si nota una grande ricercatezza nei costumi, nella ricostruzione degli ambienti, degli interni, delle armi, dei dialetti dei nativi americani. Tutto è davvero curato nel minimo dettaglio. Insomma, una sorta di western neorealista.

Vengono toccati molti temi e scenari diversi, con la guerra civile a fare da sfondo alle vicende. Troviamo il viaggio delle carovane verso la frontiera, la caccia agli scalpi, la faida familiare, i soldati che partono per il fronte e non solo. Ogni linea di dialogo è significativa e ci restituisce un indizio in più del più grande affresco. Uno in particolare è degno di nota, ma se ne potrebbero menzionare molti altri. Parafrasandola in sostanza, i due militari si dicono che una volta finita la guerra, che sia come una sola nazione o due, torneremo a concentrarci sul West e allora della frontiera non resterà più nulla. Ma per fortuna, noi (loro due) saremo già morti per allora. Pura poesia.

Insomma, Horizon ci racconta in modo autentico la storia dietro al mito della fondazione dell’identità nazionale americana, sviscerandone luci e ombre.

Un film ben realizzato

Il film alterna momenti di grande tensione e drammaticità, come la scena dell’assedio, magistralmente girata, a momenti molto più lenti e ricchi di dialoghi. Costner dimostra di avere un’ottima mano, sfruttando il piano sequenza per aprire l’occhio dello spettatore alle atmosfere del West. A proposito di atmosfere e paesaggi, c’è molta varietà, passando dal deserto alla neve dell’allora Territorio del Montana. Il comparto musicale non solo è spettacolare, ma è semplicemente perfetto nel raccontare allo spettatore il momento che si sta vivendo. Altrettanto buona è la fotografia. Ma soprattutto, Kevin Costner si dimostra davvero in forma ed è inoltre affiancato da un cast di altissimo livello.

A chi si rivolge Horizon?

Avevamo aperto la recensione con un titolo provocatorio, ovvero: può il western tornare ad essere un genere popolare? Difficile dirlo, ma come andrà questo film al botteghino può essere una risposta, parziale, ma già una risposta. Il film sicuramente dura molto, tre ore. Dunque richiede molta concentrazione, altrimenti si rischia di perdersi. Non sappiamo se il pubblico di oggi possa apprezzare un film di questo tipo, certo c’è stato Oppenheimer con una durata simile ma lì era tutto un altro genere.

Ciò non toglie che in attesa della seconda parte, Horizon sia un piccolo capolavoro del genere Western, ma forse potrebbe non essere un film per tutti. Non ci resta dunque che incrociare le dita e consigliarvi la visione, magari uscendo dalla vostra zona di comfort cinematografico!

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